Che differenza c’è tra Metodo Classico e Metodo Charmat?

Ecco un post super semplice per cercare di spiegare in parole povere le differenze tra Metodo Classico e Metodo Charmat . Questi sono i due principali metodi di spumantizzazione: e, giusto per intenderci e fare qualche esempio, con uno si fa lo spumante classico, bollicine o Franciacorta, con l’altro il Prosecco.
Ma tra Metodo classico e metodo Charmat, qual è la differenza tra le bollicine che troviamo nel bicchiere? Voi lo sapete? A parte una sensazione di gusto e sapore, di perlage e persistenze, di profumi all’olfatto, si fanno in modo diverso? Ebbene si.
Metodo Classico
Il Metodo Classico, o Metodo Champenoise (per gli champagne prodotti nell’omonima regione) o Metodo Crémant (per gli spumanti prodotti nel resto della Francia) è un metodo di produzione dello spumante nato in Piemonte, a Canelli. Il merito va a Carlo Gancia. Il primo spumante metodo classico è nato in Piemonte proprio per mano di questo giovane piemontese che alcuni anni prima era partito per Reims, la capitale dello Champagne francese, per carpirne i segreti di produzione.
Li scoprì, li apprese, e li applicò, leggermente semplificate, alla produzione e alle uve locali del Piemonte. Così nacque il primo spumante italiano nel 1865, che era apprezzato si dice anche da Garibaldi in persona.
Il metodo classico prevede la seconda fermentazione direttamente in bottiglia. Il vino fermenta naturalmente. La base dello spumante, costituita da una miscela (cuvée) di vini di tipo e annata diversa viene imbottigliata con l’aggiunta di una selezione di zuccheri e lieviti (tirage).
A questo punto, il vino fermenta per la seconda volta riposando in posizione orizzontale per almeno 24/26 mesi.
Passato il periodo necessario, inizia la fase del remuage, potremmo chiamarla del “rivoltamento” per rendere l’idea, visto che ogni bottiglia viene ruotata (molto spesso a mano) di 1/8 e leggermente inclinata con il tappo verso il basso per far depositare nel collo i residui della fermentazione.
Quando la bottiglia arriva alla posizione verticale, si congela il collo della bottiglia in modo che i depositi di solidifichino e restino lì. A questo punto, con la sboccatura (dègorement), si stappa la bottiglia e i depositi ghiacciati vengono così eliminati.
Infine si passa al dosaggio, per ultimare la preparazione, con l’eventuale aggiunta di una mischela di zuccheri e vino, per andare a ripristinare la parte espulsa e, infine, il tappaggio.
Gli intenditori dicono che gli spumanti Metodo Classico sono più strutturati e corposi e con perlage (le bollicine) più sottili e persistenti
Metodo Charmat
Il Metodo Charmat è il procedimento per ottenere il nostro caro e benemerito Prosecco. Anche questo è stato inventato da un piemontese. Per la precisione, l’astigiano Federico Martinotti, tanto che questo processo è chiamato anche Metodo Martinotti, in onore del suo ideatore. E Charmat da cosa deriva? Da Eugène Charmat, che ideò e brevettò invece l’attrezzatura per trasformare l’idea di Martinotti in realtà.
I vini Metodo Charmat nascono da vini bianchi fermi che dopo la prima normale fermentazione, procedono alla seconda fermentazione non in bottiglia, come nel metodo Classico, ma in cisterne di acciaio a temperatura e pressione controllate. Vengono aggiunti lieviti e zuccheri.
Dura meno anche la fase della fermentazione: da circa uno a sei mesi, durante i quali gli ingredienti aggiunti trasformano gli zuccheri in alcol e anidride carbonica. Ecco nate le bollicine!
Infine il vino reso frizzante viene filtrato e sottoposto a “correzione finale” con l’aggiunta di una miscela di vino e zucchero, e poi imbottigliato.
Nel Metodo Charmat, quindi i vini, una volta imbottigliati, sono pronti per essere bevuti.
E’ un metodo più semplice e veloce, che produce vini più freschi e leggeri, con un perlage più grosso e poco duraturo.
Voi quale preferite?
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[…] ricaduta su una bollicina e un vino rosso. Il primo è un Lungavite, vino veneto spumantizzato con metodo Charmat la cui bollicina fresca e sapida aiuta, per l’appunto, smorzare il dolce della zucca e il […]