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Segreti da sommellier: piccoli “trucchi” per avvicinarsi al mondo del vino

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Dalla pronuncia dei nomi più complessi ai consigli per la perfetta degustazione: le linee guida per stupire amici e parenti con i consigli di Babbel e Winelivery

Nonostante per molti quella del vino sia una vera e propria passione, non sempre la conoscenza enologica individuale è all’altezza, con il rischio di non riuscire ad apprezzare appieno la qualità e la “storia” di ciò che si sorseggia.

Per questo Babbel, azienda per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni live e su app, e Winelivery, il celebre servizio di consegna a domicilio di vini, birre e drink in 30 minuti alla temperatura di consumo, hanno creato una guida per affrontare al meglio la prossima degustazione tra amici, parenti o con la propria dolce metà, fornendo preziosi consigli su come pronunciare correttamente i nomi dei vini più difficili e creare una perfetta esperienza di degustazione.

L’Italia è la patria di alcuni dei vini più apprezzati al mondo, ma sono molte le ottime produzioni provenienti anche dall’estero. Considerando che la maggior parte dei nomi che si leggono sulle etichette indicano l’azienda, il vitigno, oppure il nome commerciale e la denominazione, alcuni di questi possono risultare difficili da pronunciare se non si parla la lingua del posto.

Basta figuracce, quindi! Vediamo insieme i consigli per i vini più difficili da pronunciare e per la degustazione perfetta.

Il valore del nome: istruzioni per la pronuncia

Ecco una breve guida per districarsi con i nomi dei vini più complessi:

  • Grüner Veltliner (Austria): la presenza della umlaut (ü) non cambia molto il suono della “u” rispetto alla pronuncia italiana; risulta semplicemente un po’ più lunga e va detta con le labbra vicine. La “v” di Veltliner è invece pronunciata come una “f”, per ottenere “Gruner Feltliner”.
  • Gewürztraminer (Germania): la sillaba “wü” è pronunciata come “vu” (rimangono valide le indicazioni precedenti per la umlaut). Il nome risulta più semplice se diviso in due parti, con l’accento sulla seconda sillaba “Gevurz” + “traminer”. In Italia per semplicità spesso questa tipologia di vitigno è chiamata semplicemente “traminer”.
  • Riesling (Germania): in questo caso l’accento cade sulla prima sillaba, dove la “e” non va pronunciata, dicendo quindi “Risling”.
  • Txakoli (Spagna): le prime tre lettere “Txa” sono pronunciate “cia” e l’accento cade sulla “i” finale “Ciacolì”.
  • Rias Baixas (Spagna): il suono della “x” è molto simile a quello che si farebbe per zittire qualcuno. In entrambe le parole l’accento è sulla prima sillaba “Rias Baiscias”.
  • Rioja (Spagna): la sillaba “ja” è pronunciata come se fosse una “ha” aspirata, un suono che non esiste in italiano e l’accento cade sulla prima sillaba “Rioha”.
  • Tempranillo (Spagna): qui si presenta un classico della pronuncia spagnola, dove la doppia “l” si legge come lo “gli” italiano. L’accento è sulla terza sillaba del nome “Tempraniglio”.
  • Sémillion (Francia): anche in questo caso la doppia “l” si pronuncia “gli” e, come accade per qualsiasi parola in francese, l’accento è sull’ultima sillaba “Semiglion”.
  • Viognier (Francia): si pronuncia “Viognè”, con l’accento sull’ultima sillaba che perde la “e” finale
  • Sauternes (Francia): non si pronuncia la “es” alla fine e le lettere “au” sono pronunciate come una “o”. Come nei casi precedenti, in francese l’accento è sempre sulla sillaba finale “Sotern”.
  • Beaujolais nouveau (Francia): la pronuncia corretta in questo caso è “Bojolè nuvò”. In entrambe le parole le lettere “eau” si pronunciano come una “o” in italiano, con l’aggiunta dell’accento finale nel caso di “nouveau”. Qui bisogna anche prestare attenzione alle lettere “ou”, che suonano come una “u”; mentre in “Beaujolais” la parte finale “ais” si pronuncia come “é”.
  • Muscadet (Francia): si aggiunge l’accento sull’ultima sillaba, che perde la “t”, dicendo quindi “Muscadé”
  • Chablis (Francia): la prima sillaba si pronuncia “Scia”, mentre la “s” finale è muta, per ottenere “Sciablì”, ricordandosi di aggiungere sempre l’accento alla fine.
Babbel & Winelivery

I 5 comandamenti per la degustazione perfetta

I dati sulle vendite di Winelivery portano alla luce un nuovo trend sulle preferenze degli italiani: nel 2021 le vendite di vino bianco hanno infatti superato per la prima volta quelle di vino rosso. Contestualmente, il consumo di bollicine italiane è cresciuto del 6% e, tra le bolle italiane, gli spumanti lombardi e il Franciacorta sono cresciuti del 16%.

Indipendentemente dalle preferenze personali, la degustazione è una vera e propria arte e come tale deve seguire delle “regole” ben precise.

Per degustare nel migliore dei modi Winelivery ha raccolto alcuni accorgimenti da seguire:

  • Mai bere caffè o mangiare cibi piccanti o speziati prima di una degustazione: ci sono alcuni cibi e sostanze che sarebbe meglio evitare prima di iniziare una degustazione poiché possono influire sulla corretta percezione gusto olfattiva del vino. Il caffè è uno di questi, ma il consiglio vale anche per caramelle, sigarette o cibi dai sapori troppo forti come limoni, carciofi e asparagi.
  • L’orario migliore per degustare è prima di pranzo: la degustazione andrebbe eseguita quando le potenzialità percettive dell’organismo sono migliori, ovvero prima di pranzo, preferibilmente tra le 10:00 e le 12:00. Per evitare inconvenienti da stomaco vuoto, prima della degustazione è consigliabile mangiare un po’ di pane o crackers, tutto senza sale, così da “pulire” la bocca e non essere completamente a digiuno.
  • Evitare profumi troppo forti nell’ambiente e sul corpo: l’olfatto è uno dei sensi maggiormente coinvolti durante una degustazione. I profumi troppo forti sul corpo o dispersi nell’ambiente influiscono negativamente e deconcentrano dalla valutazione oggettiva degli aromi emanati dal vino.
  • Scegliere il calice giusto: proprio per enfatizzare l’esperienza olfattiva, è fondamentale utilizzare il bicchiere adatto a seconda del vino da degustare. In generale, il materiale perfetto sarebbe il cristallo, ma anche il vetro è un’ottima alternativa. Deve poi essere trasparente, per consentire di valutare bene la limpidezza e il colore del vino. Per quanto riguarda la forma del calice, nella scelta bisognerebbe considerare l’insieme delle caratteristiche organolettiche del vino. Ad esempio, i vini giovani come i bianchi dovrebbero essere serviti in calici non troppo ampi per non disperderne il bouquet delicato; con i vini più strutturati – generalmente i rossi – il calice deve essere progressivamente più ampio, così da permettere l’ossigenazione e la liberazione dei profumi più complessi. O ancora il Franciacorta vuole un calice ad hoc.
  • Degustare in un ambiente rilassante: per apprezzare appieno il valore di un vino è importante affrontare la degustazione con la giusta predisposizione mentale, così da incanalare le energie sulle caratteristiche da analizzare. Per questo è consigliabile scegliere un ambiente rilassante, che aiuterà a stimolare i sensi.
degustazione di vini

E per chi volesse cimentarsi in una degustazione casalinga di vini rossi, ma avesse dubbi su cosa scegliere, Winelivery rivela quali sono stati i 5 vini rossi più venduti in Italia nel 2021 sulla piattaforma:

  • Valpolicella Ripasso DOC Corte Giara La Groletta 2018 – Allegrini
  • Nero d’Avola Sicilia DOC Sherazade 2019 – Donnafugata
  • Brunello di Montalcino DOCG Casato Prime Donne 2017 – Donatella Cinelli Colombini
  • Valpolicella Ripasso DOC 2018 – Bertani
  • Primitivo di Manduria DOP 2019 – Notte Rossa
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